San Martino

La leggenda di San Martino

Oggi è San Martino, conoscete la leggenda? La Nonna ve la racconta:

Era il giorno 11 Novembre, il cielo era coperto, piovigginava e tirava un forte vento che penetrava nelle ossa. Martino, un giovane soldato di cavalleria della guardia imperiale, stava tornando a casa. Portava l’armatura, lo scudo, la spada e un mantello caldo e foderato di lana di pecora.

Ma ecco che lungo la strada, c’è un povero vecchietto coperto soltanto di stracci che chiede l’elemosina, seduto per terra, tremante per il freddo.

Il cavaliere lo guarda e sente una stretta al cuore: “Poveretto, – pensa- morirà per il gelo!”

Impietosito, Martino scende dal cavallo e con un colpo secco di spada taglia in due il suo bel mantello e ne regala una parte al povero.

San Martino che taglia il mantello

Martino, contento di aver fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un vento rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di mantello che lo ricopre a malapena. Ma fatti pochi passi ecco che smette di piovere, il vento si calma. Di lì a poco le nubi si diradano e se ne vanno. Il cielo diventa sereno, l’aria si fa mite. Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello.

Ecco l’estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare un bell’atto di carità. In effetti, ancora oggi, nella settimana che ricorre, spesso si assiste ad un breve periodo in cui il clima diventa più mite e si parla di “estate di San Martino“. Si dice : “L’estate di San Martino…dura tre giorni e un pocolino”

Alcuni proverbi:

  • In Abruzzo, si dice: “Ce sta lu Sante Martino” quando in una casa non mancano le provviste;
  • In Romagna: “Per Sa Marten vi s’imbariega grend e znèn” (Per San Martino si ubriaca il grande e il piccino”. “Per San Martino si spilla il botticino”; “Per San Martino cadono le foglie e si spilla il vino”; ”Per San Martino ogni mosto diventa vino”).

Alcuni proverbi dedicati al meteo:

“Se il dì di San Martino il sole va in bisacca, vendi il pane e tieniti la vacca. Se il sole va invece giù sereno, vendi la vacca perché è poco il fieno” che, tradotto, significa: “Se all’ora del tramonto dell’11 novembre ci sono le nuvole che coprono il sole, si può sperare in un buon raccolto di fieno e di grano e ci sarà il pane da vendere e una vacca grassa, ma se tramonta in un bel cielo sereno, non ci sarà abbastanza fieno per gli animali e sarebbe meglio venderli” Si diceva che, chi seminava dopo questa data, avrebbe avuto un raccolto misero: “Per San Martino la sementa del poverino”. Chi desiderava avere una vendemmia fruttuosa, doveva sbrigarsi anche a potare e a preparare il terreno attorno alla vite. Un noto proverbio, infatti, dice: “Chi vuol far buon vino, zappi e poti nei giorni di San Martino”.

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