Nelle chiese medioevali spesso i dipinti alludevano ad un ciclo, ad una ruota, che veniva chiamata dell Fortuna, dove fortuna aveva il significato ambiguo della parola in lingua latina, ovvero poteva indicare la sorte, fosse essa buona o cattiva. Questa concezione è passata alla cultura contadina pari pari, così che la fortuna era solo un risvolto di una medaglia che poteva, senza alcun preavviso particolare, mostrare il suo lato cattivo. La società contadina perciò era solita ‘prevedere’, perchè prima o poi ci sarebbe stato da ‘provvedere’. Questo senza particolare ansia o allarmismo, semplicemente come sistema di intendere il destino comune a tutti, poveri e re.
Al sarto povero, gli si torce l’ago. Quando una persona è sfortunata già di suo, gli capitano spesso altre disgrazie.
I più buoni son messi in croce. La cattiva sorte si accanisce contro le persone oneste.
Dopo la risata viene il pianto. Ma anche ‘spesso il troppo ridere volge in piangere’, cioè non si deve far affidamento sugli eventi troppo felici della vita perchè spesso sono seguiti da altri tristi.
Tutti i liberi sono ricchi e tutti gli schiavi sono poveri. Non è possibile capovolgere le convenzioni sociali.
Essere in bolletta. Cioè essere senza soldi, con riferimento alla bolletta del monte di Pietà, dove si erano impiegati anche gli ultimi averi familiari.
Avere il gatto nel fuoco. Se il gatto poteva dormire sul focolare, da tempo non c’erano soldi per bruciarvi legna.
In una casa nuova se non se ne porta non se ne trova. Con riferimento ai sacrifici delle famiglie appena impiantate.
Per niente, nemmeno il cieco canta. Cioè tutti vogliono il proprio guadagno. Il riferimento al cieco è forse dovuto al fatto che spesso le persone disabili erano costrette alla carità e pur di guadagnare qualche spicciolo si improvvisavano cantanti.
Vincere al lotto ed ereditare è una speranza da stupidi. Sembra che l’erario non sia dello stesso parere…
Chi spazza la casa di sera muore poveretto. Ovvero non può far fortuna chi non fa i lavori al momento giusto.
Chi compra quando può, vende quando vuole. Ovvero chi compra in base a ciò che possiede, può vendere con tranquillità, senza pressioni dovute a necessità.
La fortuna non vuol fare anticamera. La fortuna non attende, ma fa il suo corso senza aspettare i comodi degli uomini
Proverbi senza spiegazioni
- Se per paura dei corvi non si semina il lino, non avremmo la camicia.
- Chi non ha fortuna si acceca facendosi la croce.
- L’uomo senza soldi è un morto che cammina.
- Ventura e sventura non hanno misura.
- La vita è come un gioco di dadi, oggi stai ritto e domani cadi.
- Coi quarti di luna cambia tempo e fortuna.
- Fortuna i forti aiuta, i timidi rifiuta.
- La fortuna aiuta i matti e i fanciulli.
- Virtù e fortuna non stanno di casa insieme.
- Fortuna cieca i suoi acceca.
- La fortuna, il fato ed il destino non valgono un quattrino.
- L’uomo ordisce e la fortuna tesse.
- La ruota della fortuna non è sempre una.
- Chi nasce afflitto, muore sconsolato.
- I guai vengono senza chiamarli.
- Chi nasce destinato, vince i terni senza aver giocato.
- Dio fa l’abbondanza e i ricchi fanno la carestia.
- Piove sui ricchi e sui poveri allo stesso modo, solo che i ricchi hanno l’ombrello.
- Due sono i potenti, chi ha assai e chi non ha niente.
- Poco o niente sono parenti.
- Quando il fondo appare, non serve più risparmiare.
- Chi gioca da solo non perde mai.
Grazie per l’attenzione, ci risentiamo al prossimo rimedio della Nonna, continuate a seguirci!